Linee ferroviarie: i motivi della mancata firma di Santo Stefano Belbo

Non avrei voluto tornare su questo argomento, dice Luigino Icardi sindaco di Santo Stefano Belbo, ma i recenti articoli di giornale su questa vicenda mi impongono di fare chiarezza sulla decisione del nostro Comune (e di Calosso, Canelli, Nizza M. e Oviglio), di non aderire al protocollo proposto per le linee ferroviarie del territorio.

Nel mese di aprile 2017, la Giunta di Santo Stefano Belbo ha tuttavia approvato la prima versione del protocollo, con l’espressa condizione che non ci fossero costi diretti a carico dei Comuni. Lo ha fatto nell’ottica di favorire ogni possibile iniziativa utile alla causa della riapertura della linea ferroviaria, nonostante molti dubbi sull’utilità del documento approvato.

Oggi, invece, il nuovo protocollo presentato a Neive, sostanzialmente modificato, all’articolo 4 prevede costi per i Comuni, finalizzati alla “promozione turistica del trasposto ferroviario”. Cioè i Comuni dovrebbero trovare fondi per sostenere spese di una campagna pubblicitaria a favore di Ferrovie s.p.a che, come operatore commerciale, è in diretta competizione con altri operatori economici privati del trasporto, come ad esempio le compagnie di autobus. Un’assurdità per un’Amministrazione Pubblica, che dovrebbe invece promuovere il territorio globalmente e in modo imparziale.

Non solo, sul documento presentato non è chiaro quale soggetto si debba accollare i costi dei lavori di ripristino, visto che, leggendo il protocollo, le Ferrovie si incaricano della progettazione dei lavori e la Regione Piemonte si impegna a “promuovere nelle sedi opportune la realizzazione dei lavori”, ma non si dice chi pagherà i lavori e nessuno si assume l’impegno di farlo. Nel protocollo non c’è nemmeno la più vaga traccia di dove e come saranno trovate le risorse aggiuntive necessarie per il servizio, che secondo l’Agenzia Piemontese della Mobilità (A.M.P.) “aumentano di circa 3 milioni di euro all’anno”.

 

C’è poi un ulteriore dubbio sull’effettivo interesse da parte di Ferrovie dello Stato alla riattivazione della linea ferroviaria: Ferrovie dello Stato ha da tempo avviato una politica di vendita di terreni, parcheggi e immobili limitrofi e strumentali alla ferrovia, proprio sui territori interessati dalla linea in questione. A dimostrazione di questo, il Comune di Santo Stefano Belbo ha infatti ricevuto “inviti ad offrire”, da parte di Ferrovie dello Stato, per acquistare quei terreni e immobili. Un ente che vuole far rinascere una parte della propria attività mette in vendita le aree attigue e strumentali a quell’attività? Ritengo dunque che questa politica di dismissioni attuata da Ferrovie dello Stato strida fortemente con l’asserita volontà di investire sulla rinascita della tratta ferroviaria.

I dubbi sono tanti e molto fondati. Ecco le motivazioni che hanno spinto l’Amministrazione di Santo Stefano Belbo a non aderire a un protocollo poco chiaro, che pare invece avere tutti i crismi di un perfetto spot elettorale. Nei confronti dei cittadini, l’Amministrazione di Santo Stefano Belbo ha sempre operato con la massima chiarezza, evitando inutili e dannose prese in giro. Quindi anche in questa vicenda, la nostra Amministrazione è disposta a fare tutto il necessario per rimettere in piedi una linea ferroviaria utile alla popolazione, purché gli accordi siano chiari, sostenuti da precisi impegni finanziari di Regione e Ferrovie e non si pretenda di utilizzare soldi pubblici per discutibili campagne promozionali o si perseguano fumosi scopi elettorali, poco utili alla collettività.